2013/02/26

Quando fu scattata la prima fotografia della Luna?

di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alla donazione per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!" di e.bertin*.

L'immagine qui accanto, tratta dal sito del museo Smithsonian, risale al 1851 e secondo il museo è la fotografia lunare più vecchia che si conosca. Si tratta di un dagherrotipo attribuito a John Adams Whipple (1822-1891) e George Phillips Bond (1825-1865) e scattato presumibilmente presso l'osservatorio dell'Harvard College.

In realtà la versione mostrata dallo Smithsonian non rende giustizia alla qualità di quest'immagine davvero pionieristica, probabilmente perché si tratta di una copia che ha subìto numerosi passaggi di duplicazione successivi. Uno scorcio più fedele e meno contrastato è visibile qui a destra in una fotografia digitale del dagherrotipo originale pubblicata nel blog del National Media Museum di Bradford, nel Regno Unito.

È affascinante pensare che questa fotografia ha oltre 160 anni eppure ha già una resa di sfumature e di dettagli che ha poco da invidiare a tante immagini ben più recenti, nonostante la tecnica estremamente delicata e scomoda utilizzata per ottenerla. Qui a sinistra ne vedete un'altra riproduzione, tratta dall'archivio del National Media Museum e rovesciata specularmente per restituire alla Luna il suo aspetto normale.

È ancora più affascinante pensare che meno di centoventi anni dopo l'uomo ha camminato per la prima volta su quel corpo celeste, proprio nel Mare della Tranquillità che è inquadrato nella parte centrale superiore dell'immagine.

Tuttavia questa non è in assoluto la prima immagine della Luna che fu scattata (anche se “scattare”, visti i tempi di posa di decine di minuti che erano necessari all'epoca, non è forse il termine più adatto): vi sono dagherrotipi attribuiti a John Draper e datati 1840 (The Daguerreotype: Nineteenth-Century Technology and Modern Science, M.S. Barger, W.B. White, pag. 85) e 1845 (immagine qui accanto). Inoltre Louis Daguerre aveva ottenuto immagini della Luna nel 1839, ma furono distrutte nell'incendio del suo laboratorio lo stesso anno.

2013/02/24

Le missioni Apollo e il mistero dei fenomeni lunari transitori

di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alla donazione per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!" di domenico.fior*.

Il 19 luglio 1969, due ore dopo che l'Apollo 11 era entrata in orbita intorno alla Luna, il suo equipaggio vide un bagliore nella regione del cratere Aristarco. Il fenomeno era stato osservato poco prima dagli astronomi a Terra e fu chiesto quindi all'equipaggio di esaminare visivamente la zona (Apollo Flight Journal, da 076:57:07).

Neil Armstrong e Buzz Aldrin ne parlarono anche nel rapporto successivo alla missione (Technical Crew Debriefing, nella sezione che inizia con “One item that came up was the request to look at the crater Aristarchus to see if we could see any glow or evidence of some observations that had been made by people on the ground”).

Fu la prima osservazione dallo spazio di un lunar transient event o lunar transient phenomenon, ossia di un fenomeno transitorio, un mutamento improvviso, sulla superficie della Luna. A tutt'oggi quest'evento non è ancora stato chiarito.

I fenomeni transitori lunari hanno una storia molto lunga: le prime osservazioni risalgono al sesto secolo dopo Cristo e proseguono anche nell'era telescopica moderna, tanto da meritare un apposito catalogo NASA (Lunar Transient Phenomena Catalog, luglio 1978, NSSDC/WDC-A-R&S 78-03) e altre pubblicazioni (un elenco parziale è su The Living Moon).

Si tratta di chiazze temporanee rossastre o rosacee, bagliori incolori, punti luminosi nella parte in ombra della Luna, fluttuazioni rapide di luminosità di zone specifiche. Circa un terzo di questi fenomeni è stato osservato nelle vicinanze dell'altopiano di Aristarco. Le teorie abbondano: impatti meteorici, rilascio di gas sotterranei, attività vulcanica e altro ancora. Maggiori informazioni sono disponibili presso Columbia.edu, Wikispaces, Asi.org.

Segnalo adesso questo aspetto irrisolto delle missioni Apollo perché sfogliando i documenti d'epoca che mi sono stati recentemente donati dalla Specola Solare di Locarno è emersa una lettera della NASA (foto qui sopra) che testimonia l'elevato interesse dell'agenzia spaziale statunitense per questo fenomeno: gli osservatori di tutto il mondo furono infatti invitati dalla NASA a partecipare a delle osservazioni lunari nel corso della missione Apollo 13 alla ricerca di questi eventi transitori, per ottenerne fotografie e/o spettrografie. Anche in questa lettera viene citato il cratere Aristarco. Purtroppo l'incidente avvenuto nel corso di quella missione annullò tutti i piani di osservazione di questi fenomeni e la questione rimane ancora aperta.

Ecco la trascrizione della lettera:

Dear LION Associate:

Attached is the Operation Plan and Observing Schedule for Apollo 13. If you have questions and/or comments concerning this schedule, please write directly to the Smithsonian Center for Short Lived Phenomena.

As a result of the plan followed during Apollo 12, a surprising number of simultaneous reports of events in Aristarchus were reported. We hope that during Apollo 13 we may be fortunate enough to obtain spectrograms and/or photographs of an event from one or more separate observatories during the same time frame.

Since our letter of January 15, we have received excellent photographs of several lunar events reported by your LION associates. These are still undergoing study by several professional astronomers. Please help us add to these valuable records of lunar transient events.

Mr. Louis Schneider is again the LION coordinator for this mission.

Best wishes for success during Apollo 13 mission.

Sincerely yours,

Lawrence D. Hoover
LION Technical Monitor

Enclosure

2013/02/22

Situazione del progetto Moonscape

di Paolo Attivissimo

Moonscape, il documentario libero che sto realizzando insieme a tanti volontari per presentare lo sbarco sulla Luna nella maniera più completa usando foto e filmati restaurati, procede bene; lentamente, perché il tempo che posso dedicargli è poco, ma bene.

La versione più recente è ora disponibile su Vimeo (in inglese e in italiano) e per lo scaricamento (in inglese e in italiano): è tutta in alta definizione (1920x1080), include l'audio di bordo sottotitolato in italiano durante la discesa verso la Luna e ha titoli di coda ampiamente aggiornati, che adesso includono (sulla base dei vostri suggerimenti) un riepilogo del viaggio di ritorno e dei festeggiamenti sotto forma di una sequenza fotografica tratta dalle immagini della missione e poi passa a una zoomata lunare mentre scorre l'elenco aggiornato dei donatori (al quale siete sempre in tempo ad aggiungervi). Buona visione.

2013/02/04

I “fuori onda” di Neil Armstrong e Buzz Aldrin

di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alla donazione per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!" di marco_mus* e bussola68 ed è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Durante la discesa verso la Luna, a bordo del modulo lunare di Apollo 11 c'era un registratore a nastro sul quale rimasero incise le conversazioni private, non trasmesse verso Terra, dei due astronauti.

Ho recuperato dagli archivi NASA questa registrazione e l'ho sincronizzata con l'audio trasmesso e con le immagini della discesa, e ne è venuto fuori un quadro più completo di questa fase dell'impresa. Alcune parti dell'audio trasmesso che prima erano incomprensibili a causa delle interferenze o della perdita di segnale sono ora decifrabili e Neil Armstrong risulta parecchio più loquace ed emotivo di quanto sembri nella registrazione dell'audio pubblico.

Per esempio, nell'audio di bordo c'è un punto nel quale Armstrong ammette una certa difficoltà e Aldrin sembra confortarlo (intorno a 102:37):

Armstrong: Well, I'll tell you, this is much harder to do than it was...
Aldrin: Keep it going.

Emerge anche il talento di Armstrong, che si accorge di essere in anticipo di tre secondi rispetto al piano di volo (a circa 102:36). Nell'audio trasmesso verso Houston, Neil parla semplicemente di un anticipo:

Armstrong: Our position checks down range show us to be a little long.

Ma nell'audio in cabina è molto più specifico:

Armstrong: Okay, we went by the three-minute point early. We're long. 

[...]

Armstrong: Roger, about three seconds long.

Poi è il turno di Aldrin di essere emotivo, quando mette fretta ad Armstrong: il propellente di atterraggio del LM si sta esaurendo e Neil sta ancora volando in cerca di un punto sicuro dove posare il veicolo, e così Buzz (a 102:43) dapprima chiede a Neil di rallentare (“Slow it up”) e poi (solo nell'audio di bordo) cambia tono e chiede di far atterrare il LM (“Ease her down”). Va notato che benché la qualifica di Aldrin sia quella di Lunar Module Pilot, in realtà è sempre il comandante a pilotare il LM, mentre il Pilot gli fornisce l'assistenza strumentale e gestisce il computer.

Il video dell'allunaggio, con l'audio di bordo sincronizzato, è qui sotto e fa parte del progetto Moonscape. L'audio di bordo è identificato visivamente usando le parentesi angolari e un font corsivo e più piccolo ed è sul canale sinistro, mentre l'audio trasmesso è al centro e le voci del Flight Loop del Controllo Missione sono sul canale destro.