2009/06/28

Recensione: Nasa: Triumph and Tragedy (2009)

di Paolo Attivissimo

La BBC sta commemorando il quarantennale del primo sbarco umano sulla Luna trasmettendo una serie di documentari, intitolata Nasa: Triumph and Tragedy, che rievocano gli eventi con il supporto di interviste agli astronauti tuttora in vita e di immagini autentiche delle missioni, rimasterizzate per restituire loro la qualità, i colori e la nitidezza originali.

L'effetto è quasi irreale: le riprese delle mogli degli astronauti di quarant'anni fa, per esempio, sembrano girate l'altroieri, e il confronto con le loro interviste recenti, in cui le rivediamo trasformate dal tempo ma inequivocabilmente riconoscibili nei gesti e negli sguardi più che nei tratti del viso, è sconcertante.




Il documentario presenta con la stessa qualità molte riprese poco conosciute delle missioni, ed è anche uno dei pochi che vede la partecipazione di Neil Armstrong, che racconta il suo allunaggio decisamente storico ma fortunoso.

Nasa: Triumph and Tragedy è pregevole anche perché, a differenza di altri, si prende poche licenze nel rimontare i filmati autentici per rendere più interessante il racconto. Alcune di queste licenze sono segnalate qui sotto.


1. One Small Step


Questa puntata rievoca gli inizi della corsa spaziale fra Stati Uniti e quella che allora era l'Unione Sovietica: il progetto Mercury, Gagarin in orbita, il discorso di Kennedy che lancia la corsa alla Luna, le missioni Gemini (4:20), il disastro dell'Apollo 1 (4:50), la missione Apollo 7 (9:19), la fallita missione lunare sovietica N-1 (9:40); l'Apollo 8 intorno alla Luna (10:00); l'Apollo 9, con l'assemblaggio del modulo lunare, l'LLTV e l'incidente mancato di Armstrong, il collaudo del LM in orbita terrestre (29:49); l'Apollo 10 (33:10).

Buona parte della puntata, a partire da 35:00, è dedicata all'Apollo 11: l'addestramento subacqueo e nel Vomit Comet e i reportage di James Burke della BBC, la partenza, le riprese 16mm a bordo, i problemi radio, l'allarme 1202 durante la discesa verso la Luna (35:00), il primo passo sulla Luna (50:00), il montaggio della bandiera, con l'asta orizzontale ben visibile nelle immagini in 16mm (55:00).

A 55:23 ci sono delle brevi riprese dell'escursione lunare attribuite erroneamente all'Apollo 11: lo si nota dalla presenza dell'ombra dell'antenna parabolica per le trasmissioni TV, che non fu installata durante l'Apollo 11, e dalla presenza di bande rosse sulla tuta del comandante, inesistenti nella missione Apollo 11.



La telefonata di Nixon agli astronauti sulla superficie lunare è mostrata a 55:50, seguita dalla partenza dalla Luna (56:30). A 57:00, le immagini del decollo del modulo lunare visto dall'interno del veicolo, con la bandiera violentemente scossa dal getto del motore, non appartengono in realtà all'Apollo 11, ma a una missione successiva.

La puntata si conclude con il rientro, i sorrisi degli astronauti in quarantena (quelli negati dai lunacomplottisti), Armstrong che suona il banjo dentro la cabina di quarantena e le celebrazioni degli astronauti in tutto il mondo (57:30).


Le altre puntate verrano recensite man mano che verranno trasmesse.

2009/06/22

Prove degli sbarchi: la ricaduta della polvere

di Paolo Attivissimo

Le riprese del Rover, l'automobile elettrica portata sulla Luna dagli astronauti delle missioni Apollo 15, 16 e 17, sono una delle migliori prove dell'autenticità dei filmati e quindi degli sbarchi lunari.

Infatti mostrano un fenomeno che può verificarsi esclusivamente nel vuoto: la polvere che viene sollevata dalle ruote e ricade senza formare volute, ma secondo una traiettoria parabolica, perché non viene frenata e tenuta in sospensione dall'aria.

Qui sotto è mostrato un esempio dell'effetto del passaggio delle ruote di una jeep su una superficie polverosa sulla Terra: grandi volute di polvere che rimangono sospese in aria a lungo dopo che è transitato il veicolo.



Le immagini qui sotto, cliccabili per ingrandirle, invece documentano l'effetto visibile nelle riprese delle missioni Apollo: la polvere non rimane sospesa, ma ricade immediatamente al suolo.







Nella ripresa filmata dalla cinepresa portata sulla Luna, dalla quale sono tratte le immagini qui sopra, l'effetto anomalo è ancora più vistoso:



Questi spezzoni sono tratti dalla versione in alta definizione del magnifico documentario In the Shadow of the Moon, nel quale compaiono intorno a 78 minuti dall'inizio.

Chi sostiene la teoria della messinscena lunare dovrebbe spiegare come sarebbe stato possibile, alla fine degli anni Sessanta, quindi senza effetti speciali computerizzati, ottenere un effetto di questo genere senza recarsi realmente sulla Luna.

2009/06/21

Prove degli sbarchi: le conferme della sonda Kaguya

di Paolo Attivissimo

Parte del materiale di questo articolo era già stato pubblicato su Complotti Lunari, ma viene ripresentato in forma ampliata e aggiornata per tenere conto dei nuovi dati resisi disponibili.

Il veicolo spaziale automatico giapponese Kaguya/Selene ha trascorso 20 mesi in orbita intorno alla Luna fino all'11 giugno 2009, effettuando numerosissimi rilievi scientifici e trasmettendo splendide immagini televisive in alta definizione.

Come risultato indiretto della propria attività scientifica, la sonda ha fornito prove multiple degli sbarchi lunari delle missioni Apollo.


Conferme dell'Apollo 15: l'alone al suolo


Il 20 maggio 2008 l'agenzia spaziale giapponese JAXA ha pubblicato un comunicato stampa nel quale ha segnalato che la sonda Kaguya ha utilizzato la telecamera di rilevamento del suolo (Terrain Camera), un dispositivo stereoscopico avente una risoluzione di 10 metri e in grado di produrre immagini 3D, per esaminare l'area dello sbarco della missione Apollo 15, che allunò il 31 luglio 1971.

I risultati della sonda giapponese confermano la presenza di un alone chiaro prodotto sulla superficie lunare dal getto del motore d'allunaggio del modulo lunare di quella missione, esattamente nel punto dove la NASA dichiarò di aver allunato.

Vediamo i dati. Durante la missione Apollo 15 furono scattate due fotografie dell'area di allunaggio, prima e dopo lo sbarco, catalogate come AS15-87-11719 e AS15-P-9430.

La foto AS-15-87-11719, scattata dall'Apollo 15 prima dell'allunaggio, con evidenziata la zona dello sbarco mostrata in dettaglio più avanti.

La foto panoramica AS15-P-9430, scattata dall'Apollo 15 dopo l'allunaggio, in versione integrale (cliccabile per ingrandirla), con evidenziata al centro la zona dello sbarco dell'Apollo 15.

La JAXA ha messo a confronto queste due immagini d'epoca ed ha evidenziato l'alterazione della superficie presente in corrispondenza del punto d'allunaggio (sopra il "prima", sotto il "dopo"): la differenza più vistosa è probabilmente il cratere appena al di sotto del centro del circolo, che nella seconda foto è quasi bianco.



La JAXA ha poi confrontato queste due immagini riprese dall'Apollo 15 con quella della medesima zona cerchiata acquisite dalla sua sonda Kaguya (qui sotto) e ha confermato la presenza dell'alone chiaro (al centro e leggermente verso il basso). Dunque le foto Apollo 15 mostrate qui sopra sono compatibili con le osservazioni giapponesi attuali. L'alone dichiarato dalla Nasa, che prima dell'allunaggio della missione Apollo 15 non c'era, c'è anche nelle immagini della sonda giapponese.

Immagine dell'alone acquisita dalla sonda Kaguya. L'immagine è ruotata per orientarla come le altre mostrate sopra.

Un'immagine tridimensionale, generata dalla JAXA partendo dalle immagini stereoscopiche della sonda Kaguya, mostra la zona di allunaggio dell'Apollo 15. Una versione ad alta risoluzione è scaricabile qui.

E' un buon indizio di coerenza, ma c'è di più.


Conferme dell'Apollo 15: la forma del terreno


Le immagini 3D della sonda Kaguya possono essere elaborate in modo da creare viste virtuali prese da qualunque angolazione. La JAXA ha provato a ricreare, sulla base dei propri dati correnti, la vista presa dall'esatta angolazione dalla quale fu scattata dagli astronauti dell'Apollo 15 la foto AS15-82-11122.

Il risultato, eloquentissimo, è mostrato qui sotto. La foto della NASA (a destra) del 1971 mostra gli stessi rilievi e le stesse montagne di quella della sonda Kaguya del 2008.



A chi fantastica di fotomontaggi va ricordato che sono molte le fotografie scattate da quella visuale, e alcune includono non solo il veicolo Rover, ma anche un astronauta, come nella foto qui sotto (cliccabile per ingrandirla ad alta risoluzione). Come sarebbe stato possibile, con la tecnologia fotografica analogica dell'epoca, creare tutti questi fotomontaggi perfetti?



Conferme dell'Apollo 17: la forma del terreno


Lo stesso tipo di confronto è stato presentato dalla JAXA anche per la missione Apollo 17: a sinistra l'immagine elaborata dalla JAXA sulla base dei rilievi altimetrici della sonda Kaguya effettuati il 25/12/2007, a destra l'immagine AS17-145-22183 scattata dagli astronauti dell'Apollo 17 nel dicembre del 1972.


Nell'immagine recente della JAXA mancano le rocce presenti in primo piano perché l'altimetro non rileva oggetti di quelle dimensioni e quindi il modello digitale basato sull'altimetria non li può rappresentare.

Va notato che questi confronti non vanno interpretati come segni di dubbio da parte dei tecnici della JAXA sull'autenticità delle immagini Apollo. Anzi, la JAXA ha usato le foto degli astronauti Apollo come termine di riferimento per verificare la qualità e la precisione delle proprie osservazioni.

Sta ora ai lunacomplottisti spiegare in dettaglio come mai, nel 1971, la NASA era in grado di pubblicare fotografie in altissima risoluzione, scattate dal livello del suolo, che ritraggono un punto specifico del terreno lunare, con i suoi rilievi e le sue pendenze, esattamente così com'è nella realtà.

2009/06/20

Kaguya, le ultime immagini prima dell'impatto (UPD 20090622)

di Paolo Attivissimo

La sonda automatica giapponese Kaguya, lanciata il 14 settembre 2007, ha esplorato la Luna effettuando rilievi altimetrici di precisione e trasmettendo immagini televisive in alta definizione da quote sempre più basse, man mano che la sua orbita veniva lasciata decadere. Il 10 giugno 2009 la sonda ha effettuato un impatto controllato ad alta velocità contro la superficie lunare.

L'impatto, puramente meccanico (senza esplosivi o propellente in quantità significative), è risultato visibile da Terra, come mostra questa sequenza d'immagini acquisita mediante l'Anglo-Australian Telescope (AAT) da parte di Jeremy Bailey e Steve Lee. Il bagliore dello schianto è visibile nel secondo fotogramma da sinistra e, più fioco, nel terzo e nel quarto.



L'impatto è avvenuto intenzionalmente sulla faccia della Luna rivolta verso la Terra, in una zona in ombra vicina al bordo visibile, proprio per consentire i tentativi di acquisirne l'immagine.

L'agenzia spaziale giapponese JAXA ha rilasciato quelle che (stando almeno ad alcune segnalazioni e alla traduzione automatica di Google) dovrebbero essere le ultime immagini trasmesse da Kaguya prima dello schianto. Le immagini sono cliccabili per ingrandirle.
















2009/06/22 - Ricostruzione video dell'impatto


E' stato pubblicato un video che ricostruisce digitalmente la traiettoria d'impatto di Kaguya. Non si tratta della ripresa effettuata dalla telecamera in alta definizione, dalla quale sono tratte le immagini qui sopra, ma di una sequenza 3D generata al computer sulla base dei rilievi fotografici effettuati dalla sonda attraverso la Terrain Camera, secondo quanto riportato nella pagina Youtube del video. Altre elaborazioni grafiche di questi dati sono disponibili nella pagina della JAXA dedicata alla Terrain Camera.

Secondo Lunar Networks, il video inizia circa 12 minuti prima dell'impatto, che è avvenuto nella zona non illuminata della Luna e quindi non ha consentito di produrre immagini. Il punto di vista inizia a 2300 metri di quota e scende a 400 metri nell'ultima scena.